“La mia missione è la mia vita stessa. Non m’interessa nient’altro di questa vita. Voglio solo guidare ed elevare le persone e mostrare l’amore di Dio a quante più persone possibile. Non ho desideri personali o obiettivi. Svolgo la volontà del Divino in ogni momento. Sono nato nel mondo per realizzare questa missione a causa della mia compassione e dell’amore immenso che ho per l’umanità.
Vorrei nascere di nuovo e di nuovo in questo mondo, per aiutare e guidare coloro che sono alla ricerca della conoscenza. Non pensate che la vita sia una sofferenza per me. Sono sempre assorto nella felicità divina. Ecco perché non ho paura di rinascere e continuare con questa missione divina.”
“Chiedo a Dio di rendere questo povero mondo un luogo spirituale. Questa è la mia speranza e lo scopo della mia vita “.
“La mia missione è di fare un gran bene al mondo intero.”
“Il mio dovere è di insegnare il Sanatana Dharma – l’antica e vera maniera di vita per l’umanità e per elevare le persone spiritualmente. Il motivo della mia nascita in questo mondo è per realizzare questa missione, a causa della mia compassione e dell’amore immenso per l’umanità. Sono pronto a dare indicazioni e aiuto per il vostro obiettivo finale.”
“Quello che mi sta succedendo [essere in prigione] è simile a quello che è sempre successo ai maestri spirituali. Non c’è motivo di parlarne come se fosse qualcosa di straordinario. Poiché sta accadendo in questo secolo, i media ne parlano e ne scrivono in modo eccessivo e ne fanno una grande storia. Sanno che stanno scrivendo falsità e anche il mondo lo sa. Hanno imprigionato Gesù Cristo e l’hanno crocifisso – perché? Che aveva fatto di male? Niente! Buddha è stato messo agli arresti domiciliari, hanno avvelenato il suo cibo e l’hanno ucciso. Non aveva fatto nulla di sbagliato. Perché Rama è stato mandato nella giungla per quattordici anni? Anche lui non aveva commesso nessun reato. Non volevano che Krishna nascesse e così lo fecero nascere in prigione. Perché… cosa aveva fatto? Molti maestri spirituali – i 63 santi scivaiti, gli undici santi visnuiti, i 18 siddha e tanti altri santi hanno dovuto affrontare varie difficoltà durante la loro vita. La gente li ha accusati di aver commesso reati che non hanno commesso; li torturavano e creavano loro grandi tensioni. Tuttavia, questi maestri e santi spirituali sono rimasti impassibili, perché i loro pensieri e le loro menti erano con il Divino. Quando hanno visto queste cose mondane in corso e si sono confrontati con questi problemi, non si sono persi d’animo. Erano veramente felici e tutt’uno con Dio. I loro cuori e le loro menti erano pieni di beatitudine”.
Swami Premananda